domenica 1 aprile 2007

Incontri: Barbablu


Nel mio girovagare, ho fatto molti incontri interessanti. Alcuni segnavano una sorta di percorsi a domino, altri divennero per me un punto fermo, un lido d’attracco per sentimenti sfuggenti. Un porto sicuro. Tra questi vorrei raccontare l’incontro con Barbablu, una figura, un’ombra amichevole e magica che ha insinuato il Suo mantello all’interno di complicanze che, non di rado, caratterizzano le piccole battaglie che possono vedermi coinvolto.
Mentre si discuteva di politica, della nostra politichetta, bassa e mal rappresentata, si intromette un certo Barbablu ad evidenziarci le nostre inadeguatezze. Io stavo battendomi con un certo “Tizio”..

Barbablu                                                    
Siete come pupi, piccole vittime manipolate da altri, che usano parole di altri, difendendo interessi di altri, impoverendo arricchendo altri. Ammiragli e “Tizi”, precari e passanti, frutto di una Italietta rappresentata da gran parlare e poco lavorare. Mi piacerebbe un giorno vivere in una Casa delle Libertà e scoprire che ammiragli e “Tizi” sono un unica persona, che i precari sono passanti e che Berlusconi esiste solo se lo vuoi tu...Conosco un signore che vive in una baita vicino al monte Sibilla, senza tv e radio, e alla domanda "cosa ne pensa della CDL" ha risposto "cos'è un nuovo virus?" Io non sono sinistroide e non sono destroide ma penso anch'io che se un uomo potente scende in campo a settant'anni, e non per seminare, un motivo ci sarà. Meditate gente meditate...

Temistocle
Capisco ciò che intendi dire e, visto che lo com-prendo, mi piacerebbe tu usassi una certa onestà intellettuale e, quindi, iniziassi tutta la romanzina con "siamo", non "siete".

L'Ammiraglio Temistocle
uomo in cui certamente abita il bene ed il male, uomo in cui abitano frammenti di “Tizi” e di Barbablu..

Barbablu
Hai ragione Navigante perche anch'io fò parte di voi tutti, ma in una cosa mi distinguo...io non mi schiero. Son ciò che penso, ma da buon osservatore ciò che vedo non mi piace e per quanto mi riguarda vivo senza usar le idee d'altri, senza far battaglie d'altri. Quel che posso faccio da me senza influenza alcuna, tanto meno di politicanti che non mi rappresentano affatto. Credimi si puo vivere anche senza appartenenza...ma questo è già nel tuo sapere ed è ovvio pensar che si tratti di un privilegio. ( )

                 L'homo paensantis                                                                   

Temistocle
Beh, caro Barbablù, seppur tu ami distinguerti dagli altri, lascia almeno che ti riconosca l'appartenenza alla schiera di persone che sanno ragionare. Detto questo, da osservatore quale pur io sono, ti vedo appartenente alla schiera di persone che, non appartengono. Anche io, come te, sono ciò che penso e, tra le altre cose, penso che i miei concetti appartengono e nascono dalla maturazione di un confronto, continuo e costante, con ciò che è altro da me. So', che le cose che dico, che penso e che scrivo, sono il frutto di una mediazione, anch'essa continua, con ciò che da me è differente. Se dunque ha un senso, ad esempio, quell'icona che metti alla fine del post ( ) e che simbolicamente rimanda ad un'appartenenza che rivendica un senso, sappi che per quel pensiero non esiste l' "essere", quanto invece l'esser-ci, e l'affermazione pretende la rivendicazione parziale di un essere incompleto che tende alla completezza cercando il confronto con un "noi" ( -ci). E' per questo che, personalmente, io non trovo disdicevole l'appartenere, soprattutto se assunto nell'accezione in cui, "..si appartiene a qualcosa cui si da, non da cui si prende." Ciò che do' non è mio in quanto mi è stato donato, e non erigo recinti di contenzione per custodirlo in segreto dentro me, piuttosto io filtro ciò che, invero, è già stato da altri filtrato. Questo è il gioco che io vedo, da buon osservatore che, nel guardare, modifica l'oggetto guardato e da esso ne è modificato. E' per questo che non rivendico diritti autoriali; le idee sono del mondo e nel mondo. Quindi lasciami il diritto all'appartenenza perché io ti lascio il diritto a sconfermarla nel momento in cui la evidenzio.

Il fumo uccide, è vero, ma anche la guerra non scherza: VIETIAMOLA

Barbablu
Al concreto Temistocle. E' difficile perfino cominciare a valutare quanto una complicazione di possessi e il concetto di "mio" si frapponga tra noi e un modo autentico, chiaro, liberato di vedere il mondo. Per vivere spensieratamente sulla terra, per essere coscienti e vivi, per essere liberi dall'egotismo, per essere in contatto con le piante e gli animali, bisogna iniziare con semplici atti concreti. Il principio interiore è l'intuizione che siamo campi d'energia interdipendenti di grande saggezza e compassione potenziali-espressi in ciascun individuo come una mente straordinaria, un corpo stupendo e complesso, e la capacità quasi magica di parlare. A queste potenzialità e capacità, "possedere delle cose" non può aggiungere nulla di autentico. E come disse un umile contadino, <>. Con rispetto..
-"Vestiti di cielo, con la terra come pilastro"-

Temistocle
Bella risposta. Devo dirti che io ho molto da imparare dall'umile contadino, raccontami altre cose di Lui ed io non potrò che essertene grato, raccontami il mondo attraverso i suoi occhi, parlami dell'odore delle zolle e del sudore della sua fronte che stenta ad asciugarsi quando il sole del tramonto inizia a coprirsi del suo manto stellato. Io voglio del contadino i suoi occhi, ma al contadino raccontagli di me, delle mie complicazioni, offrigli i miei occhi e, di lui che le mie parole sono ponti che getto affinché il mio Io incontri il suo Tu. Assieme, ma solo assieme, areremo la vita.

Con altrettanto rispetto e gratitudine,
Temistocle

Barbablu
L'umile uomo che fù non è più ormai da tempo. Dormendo cercava la verità, se turbato si volgeva umilmente a meditare, e giù a lavorare. Nascita, vecchiaia, malattia e morte. Fin dall'inizio è questo il modo in cui le cose sono sempre andate. Qualsiasi idea di liberarci da questa vita non farà che avvincerci più stretti nelle sue spire. Ma colui che sa che non c'è niente da cercare sa anche che non c'è niente da dire, e tiene la bocca chiusa. Anch'io, come te, ho molto da imparare da chi si è nutrito dalla ciotola vuota della terra, ancor tutta da arare proprio come la vita. Caro Temistocle,i nostri obbiettivi in questa pratica di non-conseguimento possono essere affatto modesti: essere presenti nella sensazione, nella percezione, nel sentimento, nel pensiero di ciascun istante. E' meraviglioso esplorare e continuare a chiederci: "Chi sono Io?" o "Che cos'è la vita?", in modo da essere semplicemente aperti a ciò che significa essere vivi, essere in un corpo. E se realmente non lo sappiamo, come di fatto non lo sappiamo, il cercare, il girovagare, il porci domande, il non arrivare mai, è un modo di vivere che ci rende meravigliosamente liberi. E se io sono quel che penso, come di fatto lo sono, aggiungo che il non aver nulla in mente è nobile, non aver nessuna abilità e conoscenza è supremo, non avere nessuna dimora, nessun romitaggio, viene subito dopo. Grato è Barbablu.

Questo primo confronto mi servì per conoscere Barbablu ed attraverso lui, me stesso. Ma, dopo alcuni anni Barbablu mi fece sentire la sua eco da distante e tornò a dar peso ai miei movimenti sconclusionati, alle passioni che spesso caratterizzano noi umani ed alimentate da un fuoco fatuo...
                                                                        
           Tempesta emotiva    

Barbablu
SCUSATE L'INSOLENZA: Se mi permetto una lagnanza, una furtiva lagnanza, entrare e scivolare nel giardino vietato delle parole dette, so che solo darò vantaggio al vostro disdegno. E' cosi estranea a voi la passione che suscitate, tanto innocenti siete di questa crudele ansia che in me si è risvegliata, che io la negherò, la negherò anche se il gallo strappa la seta della notte. E' il suo becco a dar brividi lungo la schiena, ma un prezioso regalo io faccio a me stesso, rinasco in un nuovo giorno.

Temistocle
Ah! se tornasse a soffiare il Vento. Il Vento che rimescola le parole, le distrugge e poi le crea di nuovo. Non ho saputo rispondere al Suo richiamo, ed adesso mi trovo a cercare quel che, in fondo, so di avere. Sono io che mi son perso. Inaridito nelle mie complicazioni, perso nei dettagli, intrappolato nelle mie miopie, bramoso di evidenziare che, tra uno e centomila, io son nessuno. Ma se veramente io lo fossi, se sinceramente io credessi di esserlo, allora il Vento tornerebbe al mio cuore.

Per un attimo ho sperato tu fossi una certa "signora B.", gentil donna di mia conoscenza. Un leggero alito di vento è riecheggiato al cantar del gallo. Ma sicuramente mi son sbagliato e, seduto, con la testa tra le mie ginocchia esili, son tornato a sognare l'ignoto.

                                                                  

Barbablu
Nella tua pratica, sii flessibile. Considera il metodo come un bel ruscello argenteo, non un'impetuosa cascata. Segui il torrente, abbi fede nel suo corso. Esso andrà alla sua meta, ora serpeggiando, ora gocciolando. Troverà le scanalature, le crepe, le fenditure. Seguilo. Non perderlo mai di vista. Ti porterà!..."In questo mondo di sogni, appisolandosi ancora una volta e ancora parlando e sognando di sogni. E così sia"....D'inverno le sette stelle passeggiano su una foresta di cristallo. D'ora in avanti un viandante senza nome; prima pioggia d'estate. "Amico Temistocle” io son Barbablu e nel mio Castello ne son successe tante, ma la conoscenza è il segreto della trasformazione e la Parola vale più del pensiero che si palesa".

                     Il Castello    


Temistocle
Quando tento di cambiare qualcosa, è allora che comincio a conoscere. Sulla mia pelle sento le resistenze, anche le parti più levigate si fanno ruvide. Ed il tatto, nel suo desiderio di metamorfosi, si fa con-tatto. Gli anticorpi, fin prima nascosti negli anfratti più reconditi, vengono alla luce per riportare un ordine disturbato dal mio esserci. E li conosco. E l'oggetto che mi traspare è li per me che lo trapasso e lo ferisco nella colpa più remota; la colpa di avere esistenza. L'oggetto è conosciuto solo per un soggetto conoscente.

Se mi concedi d'entrare nel tuo Castello, io ne prenderò un po’ le sembianze, ma accetta che le sue mura s'imbrattino anche di me, poichè diversamente non potrà essere.

con dovuta gratitudine,
Temistocle

Barbablu
Ciò che è naturale e inconcepibile non appartiene nè all'illusione nè all'illuminazione. In questo momento, cause e condizioni splendono completamente nel silenzio. Il leggendario arciere centrava il bersaglio da cento passi. Quando le punte delle frecce si incontrano si tratta soltanto di abilità? Cela la tua pratica, opera allinterno. Sii ignorante, sembra sciocco. Continua a fare così. Questo si chiama ospite con l'ospite. Una mente avida vede rari tesori. Una mente sorpresa vede procioni e tori bianchi.

Temistocle
Ritorno, catturato, a questo domino tortuoso. Sento una lieve melodia, sussurrata, soave e leggera, che all'orecchio si dirige ma all'anima si volge. Chiudo gli occhi e mi torna alla mente un bambino. Ogni cosa, anche la più ovvia e banale, diveniva infinita. Il luccichio di un levigato barattolo di latta, su cui il sole rifletteva i suoi potenti raggi d'agosto, diventava d'un sol colpo un pianeta incantato di emozioni. Poi, un giorno, la perdita di qualcosa di caro, ed il bambino dovette fare i conti con la finitezza della vita. Si affacciò alla coscienza la paura dell'oblio, il pezzo di latta cominciò a riflettere i colori stonati di una lontana vecchiezza e gli stessi timbri d'agosto divennero meno intensi. Ogni cosa prese visione del suo inverno. Ogni straniero prese forma nei confini dell'orizzonte. Tutto si fece precario tranne la Morte. Ecco, quel bambino, ricordo, fu allora che iniziò a vivere.

... Qualcosa mi ha turbato ieri. Erravo, titubante, tra fragili steli di fiori ctoni che di rado vedono la luce del sole, poiché con essa hanno dissolvenza, alla ricerca di qualcosa che da sempre mi sfugge, quando ebbi un soprassalto. Alzando lo sguado incrociai quello di un altro, a me simile. Il cuore cominciò a battere. Mi resi conto d'esser guardato. Mi parve, come non mai mi parve, d'essere nudo, esposto ad una luce indagante. Ebbi chiaro il sentore; qualcuno mi vedeva. Capii d'avere esistenza, li, in quel luogo, nel fatto che qualcuno me ne rendeva conferma con lo sguardo. Io c'ero, e la prova era che qualcuno mi guardava. Caro Barbablù, mi sentivo "ospite" del suo sguardo. Il rimando a me, era fuori di me ma, ancora qualcosa mi sfuggiva ed il mio turbamento si fece remoto..

                      Il Faro                                                                                                                         

Barbablu
La musica che stai suonando è anche la mia. I buoni amici si conoscono profondamente. Le montagne in alto, i fiumi in basso, ma la luna e le nuvole restano sempre le stesse. Le stelle si muovono con suoni impercettibili. L'universo è calmo, nulla crea turbamento. Apri gli occhi e osserva con attenzione. Migliaia di catene di montagne separano chi rispecchia da chi è davvero presente. Se non segui la via del ritorno potresti cadere in fondo alla valle. Mio carissimo Temistocle, chi ha raggiunto l'illuminazione e vede con gli occhi della saggezza, può vedere il mezzogiorno a mezzanotte...
... Caro amico Temistocle, Sommo Ammiraglio sottratto alle rotte marittime, tu che hai dedicato il tuo tempo a questo vecchio Barbablu, tu che sei prosieguo e complemento prezioso del nobil pensiero (e di questo ti son grato). Tu che nell'intesa mi hai stupito e mi parea vera. La sottile ambiguità, la sintesi obbligata per alluder sottintesi, l'espressione d'un'essenza di pensiero, sconosciuti pur sembrando complici, quasi casualmente, inconsapevolmente.... chi non sa di me posso sembrar saccente e non lo sono, a volte la parola è a doppio taglio e la presunzione sospettata, ma questo vecchio Barbablu si prende in giro da solo. Proclama di poter domare draghi focosi e tigri feroci per ventiquattr'ore al giorno. In effetti, se qualcuno sapesse tramutar il ferro in oro, non se ne andrebbe per mari raccontandolo a chiunque. Le parole non son mai perfette, ma dopo che il fior viene mostrato all'assemblea, si può narrare di quel fior. Tuttavia si può giunger nella terra dissoluta senza compiere nessun passo. In quest'isola remota dove si approda e pur si salpa, ognuno può lasciar la sua bandiera, e rimarrà. Levata l'ancora il vento gonfia le vele del vascello e nell'affrontar marosi uno sguardo si può volger verso l'orizzonte, immaginando quei pensieri in dissolvenza che sono giuoco e virtù. Io vivo in un Castello e da una torre scruto il mare, in attesa di natanti seguito a sperare che un forziere possa un giorno apparir su questa terra, quasi per caso.. Barbablu

                                                         

Temistocle
Carissimo Barbablu, l'intesa che tu evidenzi, pur io la sottolineo. E' con meraviglia e gioia, stupore e magia, che annuso ogni tua parola, la tocco ad occhi chiusi, così come farebbe un cieco quando al tatto chiede conferma di un lume all'oggetto misterioso che manipola. Anch'io di questo ti son grato. Federico direbbe che, ciò che si fa per Amore, è sempre al di la del bene e del male. Ma a me, che son Temistocle, non è concesso di fermarmi. Non abito un castello, vivo in balia di eventi; ora son acque agitate, ora si fan più quiete.

                                               Poseidone 

A tratti assecondo Poseidone,
in altri chiamo Eolo in aiuto
ma tutto ciò che compio è per passione,
ed è da Lei nutrito ch'io mi nutro.

Tu dunque vedi un uomo poetante,
un musico, stratego, un navigante,
ma quel che dei tuoi occhi a me occorre,
è saper quel che tu vedi dalla torre.

Amico Barbablu, la nostra intesa è nata in coincidenza di eventi fortuiti, non mi intrattengo io con i saccenti.


Di te io ciò che vedo è la sapienza
e a questa devo sol riconoscenza.
Giacché mi sei prezioso, io ti cerco,
perché tu sei la rotta ed io il natante,
poiché io vivo quel che a te è distante...

Barbablu
Le due parti possiedono lo steso talento. Su chi bisogna basare un paragone? Puoi guardare nei miei polmoni e nelle mie viscere, ma io solo conosco il mio essere. La pioggia primaverile annaffia tutte le piante senza discriminare, eppure i rami fioriti possono essere lunghi o corti." Non permettere più alla polvere di raggiungere i tuoi occhi, non prolungare il prurito continuando a grattarti": è questa la mia concezione di verità. Pensi che io abbia ottenuto qualcosa? La lama affilata balena nell'aria come un lampo, una volta che ne sono consapevole, non ho nulla da temere. Me ne andrò domani. Lascio questo luogo di acque e bruma, ma nessuno può essere certo che sotto sotto non si nasconda ancora un pensiero, poichè tutti i mari riflettono la luna nelle loro acque e dove non ci sono nuvole appare il cielo blu. Arrivederci amico Temistocle, compagno prezioso di viaggi e mete lontane. Se dalla mia torre, scrutando l'orizzonte, noterò tre alberi altissimi con vele spiegate, saprò che sta passando il tuo vascello, ed io agiterò il mio mantello come una bandiera.

Temistocle
Amico caro e prezioso, è dunque questo un addio? La nebbia sta calando in queste acque agitate, ed io, ancora una volta, ho perso la linea dell'orizzonte. Torno ad esser solo, amico Barbablu. Quella passione che andavo cercando, spettina soltanto me. Tutto diviene relativo. Il mio Vascello si muove, girando vorticosamente su se stesso, ma io son fermo, e la tautologia è solo a te visibile. Quando la nebbia calerà, ed io vedrò il mantello tuo assecondare il vento, alzerò il capo intrappolato tra le mie ginocchia e ti regalerò un sorriso amaro. Abitiamo punti distanti, in mezzo, la Terra di nessuno, inquieta poiché carica di possibilità rischiose, ma per ciò stesso, piena di speranze. La luce e l'ombra, l'Amore e l'Odio vi abitano. Sono stanco e sfinito amico Barbablu, ed in queste acque non vedo mulini a vento, ma vortici intrappolanti che rendono illusorio ogni movimento.
Arrivederci, Amico caro...


Fu così che ci lasciammo con Barbablu, un amico, un’ombra che dal suo castello incantato seppe indicarmi la rotta per riportarmi sulla via del cuore che sorvola il mondo sulle ali della magia...

Temistocle

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Un Blog accolgliente e curato, di buon gusto e raffinata creativitità.

Caro amico, hai posato il primo mattone che servirà da fondamenta per un nuovo porto. Sii presente e cura le tue cose, cerca d'esser pratico ma arreda gli ornamenti e soprattutto, cammina scalzo.
Osa, ambisci e ritira le tue reti gonfie di pesci mai visti, come fa il trabaccolo in mare aperto. Poesie di fragranze salmastre e occhiolini di faro da sembrar la stessa luce a cercare nella notte chi si è perso.
Sono certo che di incontri ne potrai fare tanti e le piroghe approderanno per asciugar le loro pelli ricucite...

Aprendo poi la mente sentirai la eco risonante delle valli che ti porterà il mio saluto, mentre io dal mio scrimolo ti osservo e guardando giù, cerco di capire donde son salito.

Rendi questo luogo ricco della poesia che ti appartiene perchè i non luoghi, a volte, sono una sorta di limbo dove per assaporare il chicco del prossimo vino è necessario prima combattere la filossera.

Barbablu

Il grido del gabbiano ha detto...

Sono lieto che ti piaccia, la mia casa è anche la tua.

Ogni luogo è avido di Noi e, la Nostra assenza, non potrebbe che decretarne l'inconsistenza. Ogni Tua parola, amico Barbablu, resterà appesa e donerà bellezza a questi luoghi. Le pareti che ho pensato, non ci sono ancora e mai avranno fine, poiché nessuno può averne mai stabilito l'inizio.

Nella mia casa, la fine e l'inizio coincidono perfettamente e solo le tracce lasciate sul percorso li rende possibili al pensiero. Il resto, non è più per Noi.

Attendo la Tua uva, amico mio,
ed il pensar che fu del contadino, affinché quell'uva si sia Vita e 'l calice sia pronto pel divino.

Temistocle